Non è più un paese per tassi ai minimi storici. La notizia viene dalla Bussola pubblicata da Mutuisupermarket e Crif. La motivazione va cercata nella rapida ascesa dei tassi di riferimento ovvero quei tassi con cui la Banca centrale concede prestiti alle altre banche. Da gennaio questo valore, dopo un anno di segni meno è passato al segno più con un rialzo di 15 punti base. Mentre il tasso variabile non ha subito scossoni, i mutui a tasso fisso – oltre la metà delle erogazioni a fine 2016 – potranno crescere anche nei mesi a venire. Quindi, addio tassi ai minimi.
Addio tassi ai minimi
Facciamo un esempio. Un mutuo di vent’anni di 140.000 euro su un valore dell’immobile di circa 220.000 euro, può prevedere il suo tasso migliore attorno al 1,70 % di gennaio 2017 contro il 1,55 % di ottobre 2016. Mutuisupermarket.it fa sapere che questo aumento non assorbe completamente il rialzo degli indici IRS (Interest Rate Swap) che, calcolando una durata di venti anni, in quattro mesi sono passati dallo 0,90% al 1,30%. Circa 40 punti base.
Surroghe
La surroga del mutuo, ovvero la portabilità dello stesso da un Istituto di credito all’altro, attraverso il canale online continua a rappresentare la fetta più grande, il 56% del totale nel quarto trimestre del 2016. E dire che aveva raggiunto un picco del 65% nel terzo trimestre 2015. Più bassa la percentuale sul mercato tradizionale, attestatasi al 25%. Qui il calo dopo un periodo d’oro, continua lentamente. Una contrazione che verrà registrata anche nei prossimi trimestri. Questo perché si va riducendo il numero di possessori di mutuo interessati a rottamarlo e va progressivamente aumentando i tassi dell’Irs.
Crescono gli importi medi
Crescono gli importi medi richiesti: in un anno, dal quarto trimestre 2015, all’omologo del 2016 si è passato dai 119.500 euro ai 124.851 euro. In parallelo segno più anche per gli importi medi dei punti erogati. 111.000 euro nel primo trimestre 2016, 114.000 euro nel quarto.