La nuova tassa sulla casa, l’Imu, potrebbe essere nuovamente rivista. Si studia il pagamento dell’acconto in due-tre rate, una soluzione per gli anziani delle case di riposo, un ritorno delle agevolazioni per le case affittate a canone concordato. Tutti temi, questi, che sono rimasti aperti dopo l’esame del Senato e che potrebbero dunque essere valutati nell’iter in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Il decreto non è blindato” ha detto il relatore e presidente della stessa Commissione, Gianfranco Conte (Pdl), lasciando intendere che novità potrebbero arrivare proprio sulle norme che riguardano l’imposta unica municipalizzata. Sul provvedimento, in commissione Finanze alla Camera, sono piovuti 400 emendamenti, da tutti partiti. A premere per la rateizzazione dell’acconto sulla prima casa è soprattutto il Pdl che ha riunito molti ex ministri per mettere a punto il proprio emendamento. Proverà anche a proporre al dibattito la trasformazione della tassa in ‘una tantum’. Una questione, questa, che difficilmente potrà essere risolta nel decreto fiscale ma che potrebbe essere rinviata alla delega. Il segretario Angelino Alfano, comunque, ne parlerà anche al premier Mario Monti. Modifiche potrebbero essere fatte anche per evitare il rischio di incostituzionalità della norma: il rinvio della definizione delle aliquote ad un dpcm – ha rilevato il Servizio Studi di Montecitorio – potrebbe creare problemi considerato che la Costituzione prevede una “riserva di legge”.
Come anche in nessuna legge, né il decreto Salva-Italia che ha anticipato l’imposta né nel dl sulle semplificazioni fiscali, è indicato il gettito atteso. C’é solo in una relazione tecnica. Restano tra le questioni da sciogliere anche quella relativa alla tassazione della casa per gli anziani che sono nelle case di cura o negli ospizi, ora gravati dall’aliquota più alta. Discorso analogo riguarda le case date in uso ai figli. Altro nodo è quello sulle case affittate a canone concordato: la Confedilizia ha più volte sottolineato che, senza un ritorno delle agevolazioni che erano previste con la vecchia Ici, il rischio è quello dell’aggravarsi del problema abitativo. Una preoccupazione oggi sottolineata dal Sicet, il sindacato inquilini della Cisl, che teme che l’aumento della tassazione si ripercuota sugli inquilini. Sotto il profilo invece degli adempimenti, per i Caf, i Centri di assistenza fiscale, la questione è stata risolta con la norma che consente di pagare l’acconto con le aliquote di base. “Manca ancora l’F24 – dice il presidente della Consulta Valeriano Canepari – ma sappiamo che l’Agenzia delle Entrate ci sta lavorando e una soluzione dovrebbe arrivare presto”. Per Canepari, a parte qualche piccolo aggiustamento una revisione più compiuta della materia dell’Imu potrà essere fatta “a settembre, quando saranno noti i dati di gettito dell’acconto”. Infine, dopo le polemiche sollevate in Senato sull’esenzione della tassa per le fondazioni bancarie, oggi il presidente dell’Acri (l’associazione delle casse di risparmio e delle fondazioni di origine bancaria), Giuseppe Guzzetti, ha sottolineato che per quanto riguarda l’Imu “non c’é nessun beneficio per le fondazioni, il regime è identico a quello degli altri enti no-profit”.