Sei mesi fa sembrava un discorso chiuso: taglio degli incentivi e addio investimenti nel fotovoltaico. Oggi, invece, con l’entrata a regime del quarto conto energia, la produzione di energia elettrica con il sole torna a essere un’opzione interessante. Soprattutto per i moduli installati sulle abitazioni e i capannoni, dato che la limatura dei bonus è stata più contenuta per gli impianti di piccola taglia.
Tempi di rientro
Se il progetto è ben congegnato, i tempi di recupero dell’investimento sono inferiori ai dieci anni, come dimostrano gli esempi riportati in alto, elaborati da Cremonesi consulenze. Un impianto di taglia domestica su una villetta in provincia di Venezia, ad esempio, può ripagarsi in poco meno di sette anni, lasciando ‐ al termine del ventennio ‐ un saldo positivo di circa 16mila euro (compresi i costi di manutenzione e assicurazione). Si tratta, comunque, di cifre medie, che vanno declinate caso per caso: ad esempio, se l’installazione avviene su un tetto difficile da raggiungere, il costo dell’impianto chiavi in mano può aumentare da 10.500 a 16mila euro, allungando i tempi di rientro. Lo stesso vale per le condizioni di irraggiamento solare e per la qualità dei moduli installati, che influenzano la resa dell’impianto.
Il ricorso a un prestito bancario può allungare il rientro oltre i 15 anni, ma consente di ridurre o azzerare l’esborso iniziale. Sul mercato ci sono imprese specializzate che offrono pacchetti ‘tutto compreso’ facendosi carico, oltre che dalla parte tecnica e burocratica, anche del finanziamento. In questi casi, spesso gli incentivi erogati dal Gse vengono girati su un conto corrente dedicato, e vanno direttamente a rimborsare le rate. Di fatto, ottenere il finanziamento può essere più facile per una famiglia che per un’impresa, perché in questo caso la banca valuta sempre l’esposizione creditizia complessiva dell’azienda.
Fonte : Il Sole 24 Ore del 13 ottobre 2011
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