Proprietari di tutta Italia unitevi. Questa volta i figli servono ad azzerare l’Ici, e di norma ne bastano due. Ma potrebbero essere anche quattro, portando la franchigia a 400 euro, un’Imu di tutto rispetto.
Ora la situazione migliora sensibilmente: per ogni figlio, specifica l’emendamento, che almeno in questa parte dovrebbe passare senza intoppi, spettano 50 euro di detrazione in più, sino a un massimo di 400 euro complessivi (200 euro di detrazione spettante a tutti più quella per quattro figli). Anche se una prole così numerosa non è frequente nell’Italia del down demografico, già due figli portano la detrazione a 300 euro, il che significa zero Imu per una casa con 454 euro di rendita catastale non rivalutata, che non è poco. Seguendo l’esempio delle case medie di 100 metri quadrati nei capoluoghi di Regione (di norma quelli con le rendite più elevate), poche risultano ancora a debito di Imu se c’è almeno un figlio: Venezia con 16 euro e Roma con 26. Ma se i figli sono due, l’imposta si azzera sempre. È facile prevedere che questa situazione valga anche nei centri minori e nei paesi, dove le rendite sono sempre più basse. Certo, chi possiede case di lusso, villette o ville, pagherà. Perché le rendite catastali sono decisamente più elevate. Però sempre con lo sconto.
Positive le reazioni politiche: «Per una volta prioritario risulterebbe l’interesse del cittadino più che la voracità dei mercati» ha detto Margherita Boniver (Pdl). Soddisfatto anche Gianluca Galletti, vice presidente dei deputati dell’Udc, che chiama la detrazione-figli «il quoziente familiare applicato all’Imu».
Articolo tratto da “Il sole 24 ore” del giorno 14 Dicembre 2011