Alla prima casa non si rinuncia. E nemmeno a cambiarla quando la famiglia aumenta. Retromarcia, invece, sugli acquisti immobiliari a fini di investimento perché, tra scarsa liquidità del mercato, prelievi fiscali e balzelli, l’attrattività storica del mattone nella corsa alla redditività inizia ad avere il fiato corto.
Lo scopo dell’acquisto
Secondo l’ultima indagine socio-demografica di Tecnocasa, nel secondo semestre del 2011 il 78% di chi ha acquistato un immobile residenziale ha pensato alla prima casa, il 16,8% l’ha fatto in un’ottica di investimento e solo il 5,2% si è indirizzato verso una casa vacanza.
Sempre più giovani
E se fino a qui non ci sono grosse sorprese, può invece suscitare un momento di riflessione l’analisi degli acquirenti per fascia di età. Secondo l’analisi di Tecnocasa, ben il 30,8% degli acquirenti appartiene alla fascia compresa tra i 18 e i 34 anni, superata solo dai 35-44enni con il 31,8% degli acquisti, mentre il 18,7% ha tra i 45 e i 54 anni (e quote minori salendo di età). «Noi stessi siamo rimasti sorpresi dai risultati – commenta Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio studi del network immobiliare – visto che si ripete in continuazione che si tratta della fascia di popolazione più debole e precaria in termini di mercato del lavoro. Così abbiamo svolto un supplemento di indagine presso gli affiliati e abbiamo capito che la fascia dei 18-34enni è così rappresentata in quanto pienamente supportata dai genitori: sono loro, in realtà, a finanziare l’acquisto dell’immobile, per “portarsi avanti” in un momento di grande incertezza come quello attuale. Comprano la prima casa ai figli per il futuro, ma spesso anche nelle città universitarie in cui vanno a studiare».
Articolo tratto da “il Sole 24Ore” del giorno 25 Aprile 2012
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