«Guardi, temo che la situazione sia persino peggiore di quella registrata dai dati sul 2011». Giovanni Anzani, presidente di Assarredo, è sconfortato. «Non basta ‐ dice ‐ fare innovazione e prodotti di qualità. Il mercato interno è fermo e nei primi mesi del 2012 la situazione si è aggravata: scontiamo da un lato il blocco dei cantieri edili e dall’altra il clima di incertezza e paura che, sommato alla perdita reale del potere d’acquisto, frena i consumi degli italiani, soprattutto per quei beni, come le auto o le cucine, che normalmente una persona già possiede. È venuta meno quella mentalità, quella spinta a rinnovarli per cercare prodotti più belli o tecnologicamente più avanzati».
Una situazione che si sta rivelando tanto più grave per un settore tradizionalmente poco vocato all’esportazione come quello degli arredi per cucine. Nel 2011 (dati Cosmit/FederlegnoArredo) il comparto ha registrato un calo del fatturato alla produzione del 5,8%, scendendo da 1,9 a meno di 1,8 miliardi. Il mercato domestico è agonizzante, con un -8,5% che la lieve crescita delle esportazioni (+1,3%) non è certo riuscita a compensare, anche perché le vendite all’estero incidono appena per il 33% su quelle totali. Una quota comunque in aumento (era del 30,7% nel 2010) e che è necessario accrescere ancora, sostiene Anzani: «Ma le aziende devono strutturarsi per affrontare i mercati stranieri. Il sistema Italia deve prendere esempio da quello tedesco, che quando va all’estero si presenta compatto: Governo, banche, assicurazioni, imprese, tutti assieme».
Tratto da Il Sole 24Ore del giorno 12 Aprile 2012
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